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HOUSING

SILVIA MUGNANO, IGOR COSTARELLI, ALESSANDRA TERENZI

"Housing sociale e nuova progettualità nella Milano post Covid-19"

Attraverso la ripresa di alcuni casi, i video propongono di testimoniare come determinati contesti di housing sociale abbiano dimostrato una efficace capacità di riadattamento delle necessità, dei bisogni degli abitanti e delle nuove funzioni da introdurre nel corso della fase emergenziale emersa con la pandemia da Covid-19.

Tra resilienza e innovazione, l’esperienza di Zumbimbi

Zumbimbi 6 è un residence interno al Villaggio Barona dedicato all’accoglienza di persone in difficoltà e categorie sociali fragili. Con l’esplosione della pandemia la struttura si è svuotata ed è nato Zumbimbi: un progetto di accoglienza finalizzato a ospitare minori tra i 6 e i 14 anni, i cui genitori erano in ospedale perché positivi al Coronavirus, affermandosi come realtà unica e virtuosa nel periodo della pandemia.

Riconversione e attrattività. Identità plurali in Barona

Il progetto Barona è caratterizzato da numerose attività di servizio alla persona, tra associazioni, enti e organizzazioni no-profit destinate a diverse categorie fragili. Con l’esplosione della pandemia la realtà associativa della Barona si è rafforzata, piuttosto che indebolirsi, avviando la creazione di nuovi scenari progettuali impostati su principi di innovazione, resilienza e nuova capacità attrattiva.

Costruire comunità. Gli spazi verdi della Barona

In questa fase storica, in cui la valorizzazione degli spazi aperti rappresenta uno dei principali obiettivi strategici di rigenerazione della metropoli post-Covid, gli spazi verdi del Villaggio Barona assumono una valenza strategica. Il video mostra le molteplici attività accolte da questi spazi, molte delle quali inaugurate proprio tra il primo e il secondo lockdown, caratterizzandosi come luoghi preziosi in cui costruire comunità e svolgere attività di condivisione, conoscenza e reciproco scambio in condizioni di benessere e sicurezza.

STILI DI VITA

SONIA BERGAMO, ENRICO PETRILLI

La pandemia di Covid-19 a “dRogoredo”

Rogoredo-Santa Giulia si trova all’estremo sud-est della città di Milano. Il quartiere è noto per il “Boschetto della droga”, una scena aperta del consumo di sostanze psicotrope esplosa nel 2015, l’anno di Expo. L’iper-connessione del quartiere, l’abbandono dell’area di Porto di Mare e i bassissimi prezzi dell’eroina, attiravano qui fino a 600 - 700 consumatori al giorno. Per questo, la piazza di vendita e consumo di Rogoredo veniva considerata la più grande del nord Italia. Due operatori della Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione, che qui svolge attività di riduzione del danno, ci spiegano qual è la situazione durante la pandemia.


GIAMPAOLO NUVOLATI

Nuovi confini tra pubblico e privato

Durante il periodo Covid il confine tra pubblico e privato è diventato sempre più labile. Le web-cam durante i collegamenti on-line hanno fatto capolino nelle nostre abitazioni; finestre e balconi hanno cambiato la loro funzione divenendo luoghi di comunicazione e scambi a distanza, esposizione di striscioni, canti collettivi improvvisati tesi a rifondare un senso di reciprocità, di solidarietà e resistenza. Su questa soglia fisica in continua evoluzione tra pubblico e privato si può ragionare sociologicamente.

MONICA BERNARDI, CHIARA RAZZANO, NUNZIA BORRELLI

Virtù civiche, solidarietà e Covid-19. Il caso delle Brigate Volontarie per l’Emergenza

L’emergenza da Covid-19 ha inasprito le condizioni di povertà alimentare per fasce sempre più larghe di popolazione. Per rispondere al bisogno crescente si sono attivate reti di solidarietà dal basso e di mutuo appoggio, tra cui le Brigate Volontarie per l’Emergenza. Trasformando prassi e spazi urbani sono diventate una forza sociale riconosciuta capace di favorire l’attivazione del tessuto sociale e della solidarietà, i legami di prossimità e l’empowerment dei cittadini.

MARIANNA D’OVIDIO, ENRICO PETRILLI

Reazioni all’isolamento. Polifonia di un quartiere

L’isolamento sociale imposto dalle restrizioni per limitare l’aggravarsi dell’epidemia ha costretto le persone a rimodulare le proprie attitudini e comportamenti. Tra chi lamenta la scarsa solidarietà e chi si attivato per far fronte all’emergenza, il video racconta le diverse strategie di resistenza al distanziamento sociale attraverso una pluralità di voci di un quartiere milanese.

MOBILITÀ

SIMONE TOSI

Riprendere la direzione

Le pratiche sociali consuete tornano ad essere svolte in una normalità solo parziale. Le tracce dello "stato d'eccezione pandemico" permangono conferendo nuove forme e nuovi significati all'azione sociale e allo spazio (pubblico). Si verifica una tensione tra norme generali, norme specifiche introdotte dallo stato emergenziale e interpretazione degli attori sociali.


LUCA DACONTO

La città in movimento. Pendolare nella metropoli ai tempi della pandemia

Il video racconta alcune trasformazioni della città ai tempi della pandemia dal punto di vista di un pendolare. In particolare, l’attenzione sarà rivolta ai cambiamenti avvenuti nelle varie fasi dell’emergenza sanitaria nei percorsi per raggiungere le stazioni, al loro interno, sui mezzi di trasporto e nelle aree adiacenti.


SIMONE CAIELLO

Il tempo dell’attesa. Socialità e pratiche in tempo di pandemia

L’esperienza della pandemia ha reso iconica la pratica dell’attesa: per un servizio, per accedere a uno spazio, per un incontro, … La rappresentazione plastica di questa esperienza è data dalla coda (o fila), in molti casi pratica quotidiana e non anomala, che ha assunto tuttavia una forma differente dal passato: è diventata più visibile, localizzandosi nello spazio pubblico, nella strada, nella piazza, sul marciapiede. Spazi “dinamici” che diventano “statici”. L’intenzione è quella di intercettare le pratiche della (e svolte durante la) coda/attesa, il rapporto di questa con lo spazio pubblico e, per quanto possibile, i significati ad essa legati.

MATTEO COLLEONI, SARAH TARANTO, MARIA GIOVANNA LAHOZ

I tempi urbani della pandemia

Quali ritmi urbani ha dettato l’emergenza sanitaria da Covid-19?

Gli spostamenti della protagonista accompagnano lo spettatore in luoghi simbolo della metropoli milanese, narrati attraverso due racconti paralleli centrati sul tema dei tempi e degli orari della città: da un lato le immagini che fotografano i ritmi urbani nella fase della riapertura, dall’altra il racconto delle voci fuori campo che ripercorrono le fasi pandemiche a partire dal 23 febbraio 2020. Un confronto tra passato recente e presente che vuole mettere in luce la trasformazione dei tempi e dei ritmi delle attività urbane ai tempi della pandemia attraverso una descrizione sensoriale che alterna le testimonianze ai suoni della città.